(VOCE – 28 aprile 2016 – Lettere)
Ho letto con molto interesse l’articolo pubblicato su Voce, riguardante la filiera del conto terzi a Carpi. La cosa che mi ha incuriosito sono le differenze anche piccole delle risposte avute dai cinque imprenditori che avete intervistati durante il forum, questo particolare dimostra come il disfacimento della filiera tessile carpigiana non sta avvenendo, perché a Carpi in realtà una vera filiera non c’è mai stata (come ho invece visto in altre zone), ma solo piccole o medie aziende che hanno fatto le loro fortune sulla bravura o l’intuizione del singolo imprenditore, ma che non hanno saputo evolversi in tutti questi anni in una visione d’azienda più completa, che come scopo dovrebbe sempre avere l’obiettivo di creare figure professionali in grado di sostituire i proprietari, ma anzi ha sempre impedito se non ostacolato la crescita di figure importanti all’interno della propria azienda, per la paura del proprietario che si ripetesse quello che era successo a lui, cioè che a un certo punto la persona interna all’azienda molto competente si mettesse in proprio come successo negli anni dal 1960 al 2000. Durante questi 26 anni di lavoro della mia azienda ho provato moltissime volte a collaborare con artigiani del mio settore di Carpi, cercando consigli o chiedendo collaborazioni, ma ho sempre incontrato diffidenze o chiusure totali, perché a Carpi nel tessile la verità è che nessuno si fida di nessuno, tutti facciamo finta di collaborare, ma in realtà siamo sempre pronti ad accoltellarci alle spalle alla prima occasione. Mi sento però di dare un consiglio a chi leggerà queste poche righe: mettetevi in discussione come imprenditori non quando siete in crisi che è già troppo tardi per rimediare, ma quando le cose vi vanno bene, ma soprattutto investite sulla formazione delle persone, prima che sui macchinari, lasciandogli lo spazio per crescere, perché se vogliamo dare un futuro a quello che rimane della nostra vecchia e stanca Carpi tessile, non ci resta che rimettere in moto un processo virtuoso sulle persone. Le macchine possono essere portate in ogni parte del mondo mentre la professionalità e la qualità ETICA (riflettete bene sul significato lavorativo di questa parola) che i clienti della filiera tessile mondiale devono trovare qui da noi, non potrà essere delocalizzata, e sarà nei prossimi anni l’unico valore aggiunto che noi potremo andare a vendere.
PS: siccome a Carpi siamo molto permalosi, io per primo, voglio specificare che le mie parole non sono riferite in modo particolare a nessuno degli intervistati nel vostro articolo, che stimo e conosco personalmente. Grazie per il faro sempre acceso che ha il suo giornale sulle problematiche della nostra nonostante tutto bellissima cittadina.
MASSIMO BISI Amministratore delegato BARONET – CARPI