VOCE – 25 giugno 2015
Da Carpi nuovi espositori, come Essent’ial. E ditte storiche come Bellwood, Champion, Migor.
FIRENZE – Pitti Uomo ha consacrato definitivamente gli Yuccie, (acronimo di Young Urban Creative), ovvero i giovani creativi metropolitani. Si tratta di una nuova figura di maschio che ha “popolato” gli stand della Fortezza Da Basso nei quattro giorni della fiera e che ha soppiantato la categoria degli Hipster che dominava la scena fino a qualche mese fa. Addio alle camicie vintage e scozzesi, è il momento di giacche sartoriali dal taglio impeccabile slim fit, ma con rifiniture lasciate a vivo e fodere a vista o con fantasie creative e floreali. I fashion addicted si sono presentati in fiera rivisitando il classico italian style: barba, capelli impomatati, completi sartoriali e dettagli che fanno la differenza come cappelli in tessuto leggero, occhiali da sole e collane etniche o con lavorazioni a traforo. Filo conduttore dell’edizione numero 88 della manifestazione dedicata alla moda maschile della primaveraestate 2016 – che si è svolta dal 16 al 19 giugno – è stato il tema del colore. E in effetti di colore, passeggiando tra i padiglioni della fiera, se ne è visto tanto: un’iniezione di vitalità, di positività e forse di speranza per il futuro. A Pitti è emerso anche un altro trend che sta attraversando la moda negli ultimi tempi: il genderless, ossia l’assenza di genere nel vestire. Vuol dire che il genere nella moda non conta più? Non proprio. Il fenomeno gender free indica una terza via (proposta da diversi designer emergenti presenti in fiera), una zona di passaggio nella quale ognuno può sperimentare, trovare capi che diventano opzioni da combinare tra loro o con l’abbigliamento più classico. Non si tratta tuttavia di abiti e accessori che rendono l’uomo meno virile o la donna meno femminile, ma di nuove opzioni neutre, dal forte carattere, lontane dal basic e dall’unisex, ma anche altrettanto distanti dai classici target e dalle tendenze di stagione. Tendenze a parte, una volta archiviata la fiera è ora di tirare le somme. Il comunicato ufficiale parla di “edizione da record” con un totale di circa 30 mila presenze, in rappresentanza di tutti i negozi e department store più importanti del mondo. E in effetti di gente in giro per la Fortezza da Basso ce n’era davvero parecchia. Tanti i visitatori, soprattutto internazionali, che, si spera, fossero soprattutto buyer interessati a comprare le collezioni. Tanti gli ospiti vip, che come da tradizione in queste occasioni, sono chiamati dalle aziende di moda a presenziare nei loro stand per attirare il pubblico. Tante le collezioni (circa milleduecento) di aziende e marchi provenienti dall’Italia e dal resto del mondo. Tra questi, alcune realtà del distretto tessile carpigiano, come Web&Scott Co. (Migor), Gaudì, Bellwood (Sea), Champion ed Essent’ial. Nonostante fosse la sua prima volta a Pitti, Essent’ial, il marchio di oggetti e complementi d’arredo eco-compatibili che utilizza materiali naturali e riciclati, ha fatto il pieno di consensi. Merito dell’idea originale che sta dietro al brand: creare oggetti di eco-design con prodotti di scarto da magazzino come carte, cartoni, bottiglie di plastica. E il successo non si è fatto attendere, supportato dalla cura e dalla ricerca dei materiali che sono lavabili e resistenti e permettono di realizzare sacchetti per il pane, cornici, borse, tovagliette, ma anche sedute e mobili. Tanto che alcuni oggetti sono addirittura in vendita al Museum of Modern Art di New York. «Da diversi anni volevamo partecipare a Pitti, poi qualche mese fa ci hanno selezionati e così abbiamo accettato – spiega Albano Ghizzoni, ideatore del marchio e titolare di Agc, azienda carpigiana proprietaria di Essent’ial –. Nel nostro stand abbiamo presentato un po’ tutte le linee, compresa la nuova capsule sul jeans, e sono piaciute. Siamo molto contenti ed è un’esperienza che sicuramente rifaremo in futuro». Anche un habitué di Pitti come Giorgio Carretti, titolare di Sea, impresa a cui fa capo Bellwood, marchio di abbigliamento e da uomo di proprietà di Sea, si dimostra piuttosto soddisfatto. «E’ stata un’edizione che ha viaggiato sui binari della normalità – dichiara –. I nostri clienti sono venuti più o meno tutti e abbiamo notato una buona affl uenza di visitatori anche se è difficile valutare quanti, tra i presenti, fossero i compratori. Comunque il fatto che ci fosse del movimento è senz’altro un elemento positivo. D’altronde – prosegue – oggi le fiere sono soprattutto occasioni per fare pubbliche relazioni e ricerca; sempre meno invece momenti per raccogliere ordini». Era alla sua quarta partecipazione a Pitti Uomo Webb&Scott Co., brand di Migor, storica azienda di camiceria di proprietà della famiglia Gorgò. Il marchio propone camicie da uomo e da donna per il comparto classico e sportswear, insieme a una linea di abbigliamento maschile. E’ stato rinnovato sei anni fa attraverso nuove politiche commerciali e ambiziosi progetti che riguardano la distribuzione al dettaglio nei negozi di fascia medio-alta, l’apertura di monomarca (la prima insegna è stata inaugurata lo scorso ottobre a Modena in via Farini) e la realizzazione di collezioni total look per l’uomo. Fautore di questo rilancio è Emilio Inserra, direttore commerciale di Migor dal 2009. «Pitti è un punto di riferimento fondamentale per il settore – afferma il manager –. E una vetrina indispensabile per chi, come noi, punta ad avere la maggiore visibilità possibile con un prodotto sempre aggiornato, ricco di spunti di innovazione e dal forte contenuto moda».
CLAUDIA ROSINI