Alla rassegna fiorentina presenti solo otto espositori del distretto tessile locale.In passato superavano sempre i venti. Ha fatto molto discutere, alla Leopolda, la quasi concomitante Moda Makers di Villa Ascari Molti i buyer presenti a entrambe le manifestazioni. Il dissenso di Graziella Costantini: “Dispersivo far venire i clienti a Carpi” .
FIRENZE – Il comunicato stampa ufficiale parla di “forte vocazione all’internazionalità” con la presenza di 800 compratori stranieri (su un totale di 1.500) arrivati da circa 50 paesi. È tempo di tirare le somme per Modaprima, il salone dedicato alla moda programmata per la media e grande distribuzione internazionale che è andato in scena dal 20 al 22 maggio alla Stazione Leopolda di Firenze. Si è trattato della prima edizio- ne svoltasi quasi in concomitanza con Moda Makers, l’evento di moda – organizzato da Expomodena, il Consorzio unitario di Lapam e Cna, per conto delle associazioni promotrici Cna, Confindustria e Lapam, con la collaborazione di Promec e di Carpi Fashion System – ospitato a Villa Ascari il 18 e il 19. Anche se l’intento, come hanno più volte ribadito gli organizzatori, non era certo quello di mettersi in concorrenza a Modaprima ma di offrire una manifestazione meglio curata dal punto di vista promozionale e con un rapporto costo-opportunità più bilanciato, fare un paragone tra i due eventi è quasi inevitabile. Anche perché Moda Makers ha sicuramente contributo ad “assottigliare” ancora di più quello che una volta era il “nucleo storico” di Modaprima, vale a dire il nutrito gruppo di aziende carpigiane che fino all’anno scorso erano almeno una ventina. All’edizione appena conclusa (la numero 80) fra i 57 espositori le presenze del distretto locale erano soltanto otto: Antonella Razzoli, Creazioni Rosanna & Co., Eleonora Amadei, Ella Lu, Gil/Gisella M., Linea Donna/Lorella Sgarbi, Maglierie Ellegi e Paola Davoli Knitwear (senza con- tare FraRosa/Kitty di Sorbara). La maggior parte aveva già partecipato a Moda Makers (che ha radunato 23 imprese) presentando quindi ancora una volta le collezioni ready-to-wear della stagione primavera-estate 2017. E anche i buyer stranieri erano gli stessi presenti già un giorno prima a Villa Ascari. «Dentro Modaprima non si è parlato altro che di Carpi e del suo evento di moda – dichiara Fabrizio Stermieri, titolare di Paola Davoli Knitwear, nonché membro attivo del tavolo tecnico di Moda Makers –. Quasi tutti i clienti stranieri in visita al salone fiorentino erano gli stessi di Carpi, mentre fra quelli italiani c’è stata qualche defezione. Io avevo già lavorato parecchio a Villa Ascari, ma alla Leopolda è passato anche qualche buyer che non avevo ancora visto». Ad affliggere già da qualche anno la fiera è l’effetto negativo del “fuori salone”, ovvero il fatto che alcune imprese (tra cui diverse del distretto carpigiano) abbiano preso l’abitudine di esporre le loro proposte nelle sale e nelle hall degli alberghi vicini alla manifestazione, sfruttando così la scia di Modaprima e beneficiare della visibilità e dell’afflusso di compratori senza però sobbarcarsene i costi. «Ormai le aziende che espongono negli hotel sono quasi pari a quelle all’interno della Stazione Leopolda: quest’anno erano una quarantina – rivela –. Al sabato nell’hotel di fronte erano addirittura 19. E’ assurdo che l’organizzazione di Pitti Immagine non riesca a fronteggiare questo fenomeno. Eppure in concomitanza con gli altri saloni targati Pitti (Uomo, Bimbo e Filati), a parte qualche episodio isolato come lo storico showroom all’Hotel Baglioni, tutto questo non succede perché non lo consentono. Possibile che per Modaprima non riescano a fare lo stesso?». Nonostante l’evidente declino di questa fiera storica, per alcuni imprenditori rimane ancora un punto di riferimento fondamentale nel set- tore della moda programmata. Forse l’unico. E’ di questo avviso Graziella Costantini, titolare insieme alla sorella Luisa, di Ella Lu. «Capisco l’amarezza e la delusione delle aziende carpigiane, ma credo che alcune lamentele siano esagerate anche perché certe fiere straniere hanno costi molto più elevati di Modaprima – afferma –. Quelli che invece espongono negli hotel proprio non li capisco: va bene, si pagherà poco, ma così contribuiscono ad affossare la fiera e, di conseguenza, anche i loro “micro saloni” negli alberghi non avranno più senso di esistere. Se muore Modaprima, sparisce l’occasione di un incontro internazionale che ha dietro un nome prestigioso come Pitti».L’imprenditrice si mostra scettica nei confronti di eventi come quello messo in piedi pochi giorni fa su volere dei suoi colleghi carpigiani. «Moda Makers sarà anche stata una manifestazione efficace e di successo, ma credo che possa portare ancor più disgregazione – aggiunge Graziella Costantini –. I clienti sono sempre gli stessi e farli venire a Carpi un giorno prima di Firenze è dispersivo, non ne vedo l’utilità. L’unione fa la forza, mentre così non c’è nessun beneficio a lungo termine, una “fiera” spostata non risolve niente». Quando le chiediamo se parteciperà alla prossima edizione di Modaprima, risponde: «Se ci sarà ancora, sì. Per me rimane l’unico salone importante dedicato alla moda programmata». Su un’eventuale presenza a Moda Makers (che gli organizzatori hanno annunciato si svolgerà a novembre) invece non si sbilancia. «Non so, sono confusa – conclude –. Non si sa neanche dove si svolgerà: sarà difficile trovare una location adatta». (Claudia Rosini)
VOCE, 2 giugno 2016