Il Ministero dello Sviluppo economico sta studiando la possibilità di lanciare una propria etichetta di tracciabilità Made in, “rispettoso dell’Unione europea”. Lo ha riferito il sottosegretario dello Sviluppo economico Ivan Scalfarotto in occasione dell’assemblea dei soci 2016 di Smi-Sistema moda Italia che si è tenuta ieri al Mudec di Milano. Il progetto è ancora in fase di studio e non c’è ancora un timing definito per il lancio, tuttavia l’obiettivo di un’operazione come questa è quella di dare una spinta forte al regolamento sull’etichettatura obbligatoria di origine, arenato da tempo in Europa a causa del veto dei Paesi nordici e che ha sempre rappresentato uno dei cavalli di battaglia del neo ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda.
“Il made in Italy resta una delle priorità del governo e quest’anno abbiamo stanziato altri 100 milioni di euro circa nell’ambito del piano straordinario del made in Italy”, ha sottolineato Scalfarotto, precisando come, a livello fieristico, l’intenzione a livello di sistema della moda sia quello di dare vita a partire dal prossimo anno, ad un grande appuntamento della moda che concentrerà gli appuntamenti di settore in una settimana.
Tra gli ospiti dell’assemblea di Smi, anche l’amministratore delegato della catena di department store La Rinascente, Alberto Baldan che ha anticipato i risultati positivi per il 2016. “Stiamo crescendo del 5,5% sui numeri record dello scorso anno”, ha dichiarato.
Sul fronte congiunturale, le previsioni per il 2016 del settore tessile-moda si mantengono caute. “Lo scenario per il settore resta monocorde e piatto”, spiega la nota di Smi. La crescita dei ricavi prevista è dell’1% a quota 52,92 miliardi di euro. L’export è stimato a +1,9% e per l’import si attende la frenata al +1 per cento. Tuttavia, come sottolineato dal presidente di Smi, Claudio Marenzi, si registra una ripresa della Russia a fronte però di un rallentamento del mercato americano. (Pambianconews, 21 giugno 2016)