La Repubblica 28.11.15
I primi 40 anni della sua carriera raccontati con la gioia e l’effervescenza di cui va fiera. Anna Molinari,la stilista di Blumarine, minuta, bionda, romantica ma con una volontà di ferro, è alle prese con il libro che, il prossimo anno, illustrerà la sua storia di stilista, ribattezzata, negli anni 80 da Beppe Modenese, gran patron delle sfilate di Milano, “la regina delle rose”. Anna Molinari, figlia d’arte, si è appassionata alla moda da quando aveva 12 anni. Andava nella fabbrica dei suoi genitori, fingeva di fare i compiti ma in realtà stava in mezzo agli operai per imparare a fare le maglie con i macchinari in dustriali. “La mia vera università è stata quella, dopo la maturità classica mi sono iscritta a Storia dell’arte ma poi la passione per la mod ha avuto il sopravvento”. Figlia di una ricca famiglia di Carpi, Anna è partita da zero. “Mio padre, che mi adorava non l’ha presa bene e mi ha detto – Non ti darò una lira, dimostra quello che sai fare.- Faceva il burbero ma sapeva che avevo una bella testa.”
A 18 anni si è sposata con Gianpaolo Tarabini e con lui si è inventata un business che l’ha resa famosa. “Siamo partiti in tre, io, mio marito e Filomena, una operaia che ci aiutava a fare le maglie, e poi ci siamo ampliati fino a diventare un gruppo con 200 persone”. Per vendere le sue prime maglie, lei che era abituata a fare shopping nelle più belle boutique del mondo, si presentava nei negozi indossando uno dei suoi capi. “Bello, vero ? Li faccio per hobby” diceva, evitando di confessare che invece li produceva per vivere. “Il mio coraggio unito alla mia umiltà mi hanno premiata. Gli ordini fioccavano. Mio marito comprava i filati e li pagava 60 giorni dopo l’ordine, io producevo e vendevo, così abbiamo incominciato ad avere i primi soldi”. Ma Anna, che una maglia la sa fare dall’inizio alla fine e anche ricamare,, non era una grande esperta di abiti. E così ha chiamato a Carpi due assi della Moda, prima Walter Albini poi Moschino e quando ha scoperto tutti i segreti dei cartamodelli allora è approdata a Milano, dove Beppe Modenese le ha offerto il trampolino di lancio del Modit. “Mi ricordo la prima sfilata nell’82 in un cortile di via Manzoni. Era tale la ressa che i vigili hanno dovuto chiudere la strada”. Da subito la “regina delle rose” si è imposta con i suoi amati fiori, gli stessi che sua madre Odette, una donna francese di grande bellezza, coltivava nello splendido giardino di casa. “Le stampavo, le ricamavo, le intarsiavo – ricorda – ma sempre rose dovevano essere”. A metà degli anni 80 il grande salto sulle passerelle milanesi. “In prima fila c’erano mio padre e Licia, mia sorella gemella, e i loro applausi sono stati i più importanti della mia vita”. Da lì in avanti le sue maglie con la scritta Blumarine tempestata di cristalli Swarovski sono andate a ruba e i suoi “Blu V”, i cardigan con il bordo in visone, sono passati alla storia della moda: 70 mila pezzi venduti, un record.
La moda sensuale di Anna Molinari ha avuto come interpreti Naomi Campbell, Cindy Crawford, Monica Bellucci, con campagne fotografate da maestri come Helmut Newton e Albert Watson. Di strada Anna Molinari, abituata fino a non molto tempo fa a sfrecciare sulla sua Ferrari, ne ha fatta parecchia. Oggi ha 800 punti vendita in 30 Paesi e un giro di affari di oltre 100 milioni. Dopo la prematura morte del marito, le redini sono passate al figlio Gianguido, mentre sua figlia Rossella, che per 8 anni ha firmato la linea Anna Molinari, è diventata la sua consigliera. Il business resta in famiglia, niente quotazione in borsa.